Fondato nel 1686 da Francesco Procopio dei Coltelli, un ambizioso cuoco italiano che lavorava alla Ville Lumière, nel cuore del vivace quartiere di Saint Germain des Prés (13 rue de l’Ancienne Comédie) si trova uno dei tesori più antichi e preziosi della capitale francese, il Café Le Procope. Elegante ed accogliente il locale divenne fin da subito un luogo di ritrovo, frequentato dalle menti più brillanti della Francia illuminata: Voltaire, Diderot, Rousseau, Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert ed altri ancora…
Se nel cielo di Parigi le stelle lussuriose si cancellavano all’alba, con il ritorno della luce delicata ed avvolgente del giorno, la vita de Le Procope iniziava versando nelle tazzine raffinate, una deliziosa pozione ancora sconosciuta ai più, ma dall’aroma irresistibile:
il caffè.
Il berretto di Napoleone
Le Procope è il racconto avvincente di un ricco capitolo della storia di Francia, dagli eroi della Rivoluzione alle grandi figure intellettuali del XVIII e XIX secolo.
“Bevo quaranta caffè al giorno per essere ben sveglio e pensare, pensare, pensare a come poter combattere i tiranni e gli imbecilli. Sarà senz’altro un veleno, ma un veleno lentissimo: io lo bevo già da settant’anni e, finora, non ne ho mai provato i tristi effetti sulla mia salute.” (François-Marie Arouet, detto Voltaire. Parigi 1694 – 1778).
Ebbene sì, non vi è dubbio che il grande filosofo francese adorasse il caffè bevendo fino a 40 tazze al giorno e lasciando che l’ispirazione lo cogliesse, seduto ad un piccolo tavolo cosparso di carte, a lui riservato.
Un altro curioso aneddoto è quello riguardante la campanella di Marat, conservata ed esposta al Procope. Jean-Paul Marat, figura emblematica della Rivoluzione francese, pare che usasse questa campanella per invitare alla calma e all’ordine i protagonisti delle accese riunioni del club dei Cordeliers, che si tenevano proprio in quello storico Cafè. E fu proprio tra queste mura (si racconta…) che il futuro simbolo della Repubblica, il berretto frigio, fosse stato indossato per la prima volta. E rimanendo sempre in tema di copricapo, come non citare l’iconico cappello lasciato da un giovane Napoleone Bonaparte, all’epoca ancora generale, per onorare un debito!
Altre storie narrano che fu proprio tra i tavoli del Cafè a nascere l’idea della Encyclopédie (Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, nel titolo originale) e che anche un certo Benjamin Franklin avesse frequentato il locale abbozzando, tra un caffè e l’altro, i primi articoli della Costituzione americana.
Nel XIX secolo poi, la scrittrice George Sand, il romanziere Théophile Gautier, i poeti Paul Verlaine e Anatole France vi si sedettero e sembrarono trovare ispirazione per i loro capolavori, assaggiando prelibati pasticcini. E nel 1883, nei sempre più eleganti e confortevoli salotti del Procope, fu fondato lo Stade Français, uno dei più antichi club sportivi francesi.
Un monumento storico
Nonostante la sua fama e la sua popolarità , nel 1890 il più antico caffè del mondo in seguito ad inaspettate difficoltà, fu costretto a chiudere e solo nel 1957 un nuovo ristorante con lo stesso nome aprì le sue porte tra quelle mura intrise di una storia e un tempo irripetibili.
Riconosciuto come Monumento Storico nel 1962, oggi Le Procope continua ad essere un locale imprescindibile per gli amanti della letteratura e della politica. Molto più di un caffè-ristorante, è un vero è proprio simbolo della cultura francese e non solo. L’atmosfera che si respira è un omaggio devoto a Le Siècle des Lumières . Rivestimenti in legno, candelabri, busti di Voltaire e antichi manoscritti arredano le varie stanze, dove ogni anno tra l’altro, si svolge la premiazione del prestigioso Prix Procope des Lumières,assegnato al più importante saggio dedicato a temi sociali o filosofici.
L’arte del caffè
Come un rito celeste, ogni tazzina servita è una raffinata celebrazione dell’arte del caffè, ottenuta grazie all’utilizzo di tecniche di preparazione antiche e moderne, che esaltano la ricchezza aromatica ed inebriante dei suoi chicchi, con la possibilità di sorseggiare anche l’ineguagliabile espresso italiano.
Ma il rinnovato Procope continua ad invitare i suoi frequentatori ad un viaggio nel tempo versando nei loro calici il liquore sottile delle stagioni passate, mentre una nuova sala da tè (o per meglio dire da cafè) offre accanto a dolci prelibatezze, la felicità della memoria.
Una di queste deliziose creazione gourmet è sicuramente la Tarte au Café , nella reinterpretazione di Christelle Brua, talento assoluto della pasticceria francese (nominata miglior pasticciera del mondo nel 2018). Una crostata avvolta come una rosa, in una nuvola di aromi raffinati, combinando cioccolato pralinato al caffè e crema al caffè in un perfetto equilibrio di dolcezza e croccantezza.
Il gelato,è un’altra specialità del Procope,da godere come un sole breve ma lussureggiante, creato da una ricca selezione di gusti con ingredienti di prima qualità, come le nocciole del Piemonte e i pistacchi siciliani. Tra le proposte più originali, la decadente versione Mont Blanc con tocchetti di castagne glassate e cioccolato che cola finemente.
Anche il menù al tavolo offre un assortimento vario di piatti che celebrano la raffinatezza ed il gusto della miglior cucina francese.
Gli antipasti propongono la vellutata di Dubarry con formaggio Comté AOP e crostini e una aromatica zuppa di cipolle gratinata, e ancora i delicati Ravioles du Dauphiné, serviti con crema di parmigiano ed erba cipollina. Tra le portate principali, i frutti di mare con le grandi lumache di Borgogna e la tartare di orata reale al lime, il pavé di salmone con salsa allo Champagne e l’orata intera arrostita. La crème brûlée alla vaniglia Bourbon e il moelleux al cioccolato, sono una dolce e vellutata carezza finale al palato.
Tutto a Le Procope è consumato nel cuore di una luce fastosa che accoglie il presente custodendo il suo passato tra gli aromi soavi di un antico sogno.



