È curioso pensare che una fetta considerevole delle grandi menti del passato – uno a caso, Omero – abbiano affidato il proprio genio non al sé, ma all’altrove.
In principio fu l’invocazione: “Cantami, o Diva…”. Non è solo formula poetica, ma atto di fede. L’ispirazione, allora, era divina. I poeti? Canali, medium, strumenti a corda nelle mani delle Muse.
E se Omero fosse stato solo un genio inconsapevole, timido, forse persino un po’ insicuro? Non dice mai: “Lasciate fare a me, che so scrivere, sono l’aedo degli aedi!”. No. Omero chiede aiuto. Supplica, Omero.
Noi, invece, siamo discendenti dell’illuminismo, pronipoti dei conflitti mondiali, nipoti del Boom, figli della Crisi e della Recessione, cugini di TikTok, degli ego ipertrofici, dei tutorial e delle app di scrittura. Non invochiamo Calliope: ci affidiamo all’intelligenza artificiale, che ci dà ciò che i numi non garantivano mai: la disponibilità h24.
E se oggi, al posto di Calliope, si invoca ChatGPT, non è forse perché abbiamo perso il coraggio dell’attesa? La fede nell’incalcolabile?
Ennio Morricone diceva che la creatività è 10% ispirazione e 90% traspirazione. Ma quel 10% – quel momento sfuggente, mistico, in cui qualcosa prende forma dentro e oltre di noi – da dove viene? Cosa lo innesca? L’odore del caffè al mattino, una luce obliqua su una parete, una canzone, il suono imprevisto di una parola detta a mezza voce… o una Musa che, non vista, ci soffia nell’orecchio?
Joseph Conrad guardava fuori dalla finestra e non riusciva a far capire alla moglie che in realtà stava lavorando alacremente. Forse era lì che dimorava la sua Musa, o forse cercava solo una scusa per non scrivere. Chi può dirlo? L’atto creativo è una soglia: ci si affaccia, si spera, si suda, si prega. E ogni tanto – non sempre – qualcosa arriva.
L’ispirazione resta un mistero. Un fenomeno oscuro, quasi imbarazzante per le menti razionali. Ma non è proprio questo il suo fascino? Sapere che, nonostante il lavoro, la disciplina, le tecniche e gli strumenti, ci sarà sempre qualcosa che ci sfugge, che ci precede o che ci eccede? E allora sì, forse Omero era un genio inconsapevole, e noi dei consapevolissimi furbacchioni.
Ma tra l’illusione della padronanza e l’umiltà del dubbio, chissà da che parte abita davvero la Musa.
(questo breve articolo è 10% ChatGPT e 90% sudore… scherzo… o forse no… chissà…)