Con la travolgente rivoluzione antropologica dettata delle mutazioni evolutive imposte dalle nuove tecnologie, la cui pervasiva presenza nelle nostre esistenze ha rovesciato i consolidati fondamenti dell’essere, della conoscenza e dell’etica, non è raro per gli animi più sensibili provare un senso di turbamento e smarrimento per il presente e per il futuro. Nei casi peggiori si parla di “Sindrome da Tecnostress” (il 28% degli italiani ne è colpita per l’indagine Piessepi Nomisma 2022), in primis gli “smart workers”, già dal 2007 ufficialmente riconosciuta come malattia professionale.
In un quotidiano in cui l’economia, la società e la politica sono impattati profondamente da questa rapida “tecnomorfosi”, il complicarsi del rapporto tra l’uomo e la tecnologia (materiale e immateriale) causa un crescente disagio diffuso, in forme e dinamiche inedite e spesso inconsapevoli. Si pensi alla difficoltà ad utilizzare app e piattaforme, all’ansia per i risvolti imperscrutabili causati dai nuovi codici (software e non solo), dall’Intelligenza Artificiale e dalla dilagante automazione, all’incertezza da crypto finanza, alla dipendenza dai social, al disorientamento di ritrovarsi a frequentare mondi virtuali di cui non si possiedono ancora le coordinate. Profilati, connessi e algoritmati, non è affatto raro per gli umani del contemporaneo subire la vertigine dei nuovi paradigmi di una società ormai post-liquida, che ha superato la metafora della postmodernità di Bauman, per proiettarsi in quella della meta-age ai limiti del Transumanesimo, se non spaventa essere tacciati di complottismo o approccio distopico nelle scelte lessicali.
Oltre i casi patologici, validati da psicologi e medici, a mio modesto avviso, un ottimo rimedio “fai da te” è quello di tornare a fare esercizio ed esperienza del pensiero filosofico orientato al presente perché, come enunciava Hegel, “la filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero”. Alla luce di una personale esperienza, ritengo, infatti, che l’insostenibile peso del digitale possa trovare confortante sollievo dal rinnovato supporto dello sguardo critico ed ermeneutico della filosofia, utile ad esplorare nuovi orizzonti tra opportunità e vulnerabilità e anche per organizzare una strategia armonica di resistenza, all’insegna del buonsenso.
La dimensione esistenziale filtrata e interpretata dal pensiero filosofico concentrato sul presente e i possibili scenari del domani, infatti, può aiutare – soprattutto gli over 40 – a superare le nostalgiche memorie di una società analogica che sembra ormai distante anni luce dopo l’insurrezione digitale” iniziata nel secolo scorso. Per iniziare vi consiglio tre letture illuminanti, opere di autori molto interessanti, che offrono una riflessione di ampio respiro filosofico sul tema.
1) Federico Faggin. Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura. (Mondadori 2022).
Il grande fisico Federico Faggin, tra i maggiori scienziati contemporanei, è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. In quest’opera stravolge il nostro modo di percepire le tecnologie informatiche, la vita e noi stessi. Un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce un’inedita fisica del mondo interiore. Pregio massimo del pensiero di Faggin è la chiarezza divulgativa su argomenti scientifici complessi, come la fisica quantistica, unita all’’illuminante rivendicazione dell’assunto che l’essenza sublime della coscienza dell’umanità, non sarà mai sostituibile da nessuna macchina. Per me un maestro assoluto: vi consiglio di vedere su youtube le sue conferenze.
2) Cosimo Accoto. Il mondo in sintesi. Cinque brevi lezioni di filosofia della simulazione (Egea, 2022)
Filosofo digitale, research affiliate e fellow al MIT di Boston, startup
advisor e instructor, Accoto è autore di grandissimo spessore e originalità, che accompagna il lettore nelle frontiere più avanzate, a livello internazionale, del pensiero e della filosofia dell’ hi tech, introducendo dei concetti originali con eleganza e originalità relativi ai cambiamenti che la tecnologia sta portando nel quotidiano. Dalla rivoluzione del metaverso, al concetto di “società dell’oracolo“, ai mutamenti innescati dall’automazione e dalle sue nuove peculiarità: grazie alle parole di Accoto possiamo osservare più da vicino alcune dinamiche che caratterizzano già il nostro presente e immaginare le nuove sfide del futuro, tra opportunità, rischi e nuove sfide da affrontare.
3) Alessandro Baricco. The Game (Einaudi, 2018)
Seppur non recentissimo, questo saggio di uno dei romanzieri più amati della letteratura italiana risulta ancora uno dei testi fondamentali per comprendere le dinamiche, cronologiche e filosofiche, dello sviluppo esponenziale dell’innovazione digitale e della relativa trasformazione della nostra realtà in un “Gioco”. Un affresco vivo della mutazione culturale, sociale e antropologica degli ultimi trent’anni, corredata dalle magnifiche illustrazioni delle mappe del mondo contemporaneo, che Baricco traccia per delineare, anche visivamente, i territori che frequenta la nuova umanità, sospesa tra post-realtà e oltremondo digitale.