android-chrome-512x512

uaderni de La Scaletta

Le cose più importanti nella vita delle persone sono i loro sogni e le loro speranze, ciò che hanno realizzato e pure quello che hanno perduto

Memorie

La nascita del MUSMA, il museo della scultura contemporanea nei Sassi di Matera

Si usano gli specchi
per guardarsi il viso,
si usa l’arte
per guardarsi l’anima

                                                                                         (George Bernard Shaw)

 

Il Museo della Scultura contemporanea in Matera, segnato dall’acronimo MUSMA, non è stato il prodotto di un occasionale “accidente”, ma il frutto di una programmata preveggenza, alimentata dalla costanza di un fecondo rapporto con autorevoli protagonisti della scultura contemporanea.
Apripista di questo vincente dialogo culturale è stato il lucano Giuseppe Appella, autorevole critico d’arte, affiancato dalla tensione operativa del Circolo La Scaletta di Matera e dei suoi presidenti (primo fra tutti Giorgio Corazza) nonché dall’entusiasmo e dalla competenza del materano Franco Palumbo. Fattori determinanti nella realizzazione del museo sono risultati la costituzione, nel 1978, in Matera del “Fronte dell’Arte” da parte di Pietro Consagra e la attuazione, nel 2000, del Distretto Culturale dell’Habitat Rupestre della Basilicata, programmato dalla Fondazione Zètema di Matera e garantito dal finanziamento dell’ACRI attraverso la misura “Sviluppo Sud”.
Nel giugno del 1978 lo scultore Pietro Consagra, colpito dal degrado degli antichi rioni materani ed allarmato dai contenuti progettuali del concorso internazionale per il loro recupero, fu indotto ad esprimere con 11 sculture tale allarmata tensione riflessiva.
Lo stesso Consagra, giunto a Matera per visitare in Palazzo Bronzini i progetti per il risanamento e la ristrutturazione dei Sassi, creò sue sculture da dedicare alla visione magica dei Sassi e pubblicò un manifesto diretto ai Materani, organizzando con altri affermati artisti italiani il “Fronte dell’Arte” per denunciare l’assenza degli artisti negli interventi di recupero dei centri storici.
Lo stesso Consagra affermò che: “i Materani avevano abbandonato i Sassi assieme ai trofei delle abitudini. Dove si trasferirono non portarono rimpianti, non portarono oggetti della memoria, come scampati da un cataclisma che annientava il tempo. Nel nuovo sito si rifugiarono privati dal desiderio di ricordare. Per l’artista un luogo senza cultura dell’oggetto è un deserto. Me ne andavo, appena possibile, nella bottega di Peppino Mitarotonda a fare ceramica, a consolarmi in quel solo antico mestiere che l’amico custodiva”.
Da questa trepidazione culturale Consagra forgiò 11 sculture in lamierino saldato e dipinto, collocate lungo un itinerario che da Murgia Timone raggiungeva lo straordinario reticolo viario dei Sassi Barisano e Caveoso. Gli 11 “Ferri di Matera” vollero esprimere il messaggio rivoluzionario della scultura frontale di Consagra caratterizzata da un lato dalla bifrontalità, dall’altro dal colore, realizzando sculture le cui forme ritagliate in lastre di metallo erano come sopraffatte da una cromìa uniforme e compatta, vivida e lucente, che finiva per cancellare la materia. I “Ferri di Matera”, installati lungo l’itinerario strepitoso da Murgia Timone ai Sassi, furono 11 “fari” sulla città antica per denunciarne l’irrispettoso abbandono ed il lento progressivo degrado.
Consagra divenne autorevole apostolo di un impegno culturale invitando i materani a farsi “promotori” di una svolta di rivendicazione popolare chiedendo, a guida del risanamento dei Sassi, artisti e non architetti, affermando che “i Sassi di Matera sono un tesoro unico e che il bello non è un superfluo ma necessità. Rivendichiamo una città del necessario, una città come giardino dell’intelligenza”.
Il manifesto “Fronte dell’Arte” fu sottoscritto in Matera il 27 dicembre 1978 davanti al Notaio Pasquale Lo Nigro dagli artisti Consagra, Cascella, Bonalumi, Carmi, Castellani, Dadamaino, D’Orazio, Franchina, Nigro, Perilli, Pozzati, Rotella, Santomaso, Turcato.
La carta costituente fu poi presentata nell’aula magna dell’ateneo veneto a Ca’ Foscari in Venezia il 10 maggio 1979, dai sottoscrittori del manifesto, dal critico, prof. Giuseppe Appella e dai soci del Circolo La Scaletta di Matera Franco Palumbo e Raffaello de Ruggieri.
Questa forte iniziativa culturale si inserì in un processo locale di rendicontazione comunitaria della cultura che aveva ispirato “La Scaletta” a predisporre la proposta legislativa per il restauro urbanistico ambientale dei rioni Sassi e del prospiciente altopiano murgiano, presentata alla città in una assemblea popolare tenuta il 16 gennaio 1970.
Tale scenario di “rivitalizzazione” dei Sassi fu esaltato e confortato, come innanzi ricordato, dall’alleanza convinta dei migliori artisti nazionali, tra i quali lo scultore Fausto Melotti. Questi, nel 1985, visitando il complesso rupestre di Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci, fu conquistato dalla energia del luogo, tanto da esprimere il desiderio vibrante di esporre le sue sculture nelle cavità rupestri di Matera, perché “la creatività plastica del nostro tempo nelle grotte di Matera torna nel ventre materno”. Questo desiderio non trovò compimento perché a seguito di grave malattia Fausto Melotti scomparve il 22 giugno 1986.
I soci del Circolo La Scaletta, con Giuseppe Appella, vollero comunque rispettare tale desiderio organizzando nel 1987 la prima grande mostra retrospettiva delle sculture di Fausto Melotti. Nel 1988 toccò ad Arturo Martini e, via via di seguito, con un puntuale ritmo annuale, i massimi scultori italiani ed internazionali trovarono ospitalità nella roccia porosa degli ipogei materani, grazie ad un impegno totale di Giuseppe Appella e di Franco Palumbo, aprendo l’appuntamento annuale con “Le Grandi Mostre di Scultura in Matera”.
In tal modo si ufficializzò la costanza di un matrimonio materano tra la pietra scavata e la materia scolpita, così vibrante e unico, da innescare una empatia tra l’ambiente rupestre materano e gli autorevoli espositori che dichiararono di essere pronti a donare proprie opere in presenza di una costituita e stabile area museale.
Memori di tale generosa disponibilità degli illustri ospiti materani, all’interno del costituito Distretto Culturale dell’Habitat Rupestre della Basilicata, venne ideato e realizzato il MUSMA, il museo della scultura contemporanea in Matera, grazie al finanziamento dell’ACRI attraverso la misura “Sviluppo Sud”.
Infatti il 24 ottobre 1998, quale gemmazione del Circolo La Scaletta, era stata costituita la Fondazione Zétema proponente tra le proprie attività culturali quella del Distretto dell’Habitat Rupestre della Basilicata. La specificità del distretto imponeva la individuazione di luoghi della cultura omogenei, legati cioè da un comune denominatore che, nel caso lucano, fu bipolare: la struttura rupestre dei luoghi e la loro continuità nel tempo.
Per rispettare tale coerenza progettuale l’azione distrettuale, conservativa e promozionale, scelse ambienti rupestri presenti nel territorio lucano e formanti una ritmata cadenza temporale: dalla preistoria alla contemporaneità.
Se il rupestre di Filiano segnò la presenza della preistoria, le spettacolari ampiezze grottali di Palazzo Pomarici ospitarono i prodotti artistici della contemporaneità. Il MUSMA fu quindi il terminale di tale omogeneo itinerario culturale, il grande museo in grotta della creatività plastica del nostro tempo e delle nostre memorie. L’ istituzione del museo fece maturare la condizione della promessa cessione tanto che gli “espositori” onorarono l’impegno assunto donando o cedendo in comodato proprie significative opere alla Fondazione Zétema, titolare dello spazio espositivo in Palazzo Pomarici.
Per tale origine il MUSMA è stato definito anche “il museo dell’amicizia” e la sua consacrazione avvenne il 14 ottobre 2006, giorno della inaugurazione alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, On. Francesco Rutelli.

Raffaello de Ruggieri
(Presidente Fondazione Zétema, Matera)
unnamed
14 ottobre 2006 - inaugurazione del MUSMA alla presenza del Ministro dei Beni Culturali, on. Francesco Rutelli
unnamed (2)
MUSMA - secondo ipogeo (opera "Baira" di Roberto Almagno)
unnamed (1)
MUSMA - secondo ipogeo e secondo cortile (opere di Tito Amodei e Mauro Staccioli)

Continua a leggere

Mario Rigoni Stern
“Le cose più importanti nella vita delle persone sono i loro sogni e le loro speranze, ciò che hanno realizzato e pure quello che hanno perduto”
La nascita del MUSMA, il museo della scultura contemporanea nei Sassi di Matera
Raffaello de Ruggieri
“I nostri sguardi, le nostre parole, restano il confine che di continuo cambia tra le cose andate e quelle che vengono”
Memoria, percezione e forma musicale
Pier Francesco Forlenza
“In ogni viaggio si portano con sé radici d’albero e di fiori e un seme per piantare una speranza che germogli”
Lost in Memories: risvegliarsi a Kyoto in un giardino zen tra le foglie d’autunno
Claudia Zancan
“L’arte che si sottrae al flusso perenne per divenire forma, è ciò che opponiamo alle tentazioni del caos”
“Eco e Narciso tra mito e tragedia” resoconto della mostra di Stefano Siggillino
Matteo Ferraina
“Spesso la nostra unica verità è il giorno che comincia…”
Intervista a Giovanna Pirandello, Presidente della Fondazione Fausto Pirandello e moglie di Pierluigi, ultimo della prima generazione.
Teresa Campi
“Sovente è necessario alla vita, che l’arte intervenga a disciplinarla”
Disagio da Tecnostress? Prova con la Filosofia
Valentina Scuccimarra
“Consegnare il giorno di oggi a quello di domani custodendo la memoria delle tempeste”
MEMORIE SUL CONFINE DELLA VITA. Uno sguardo sull’Adriano di Marguerite Yourcenar
Vanessa Iannone
“Come un uccello di carta nel petto ad annunciare un sogno che veglia da sempre”
“C’è ancora domani” e “Tremenda voglia di vivere” , due recensioni d’autore
Antonio Petrocelli
“La semplicità non è un obiettivo nell’arte”
La memoria degli uomini
Giorgio Cravero
“In essa è serbata ogni essenza e profumo, il sentore di canto e dolore, di vita e d’amore”
Melagrana
Gabriella Sarra
“Un paese è una frase senza confini”
Renée Vivien. La Saffo della Belle Époque
Campi Teresa
“Ovunque ci sono stelle e azzurre profondità”
Le memorie in una fotografia: un parto cesareo in sala operatoria.
Laura Salvinelli
“Come un’esistenza tutta di madreperla che solamente di luce si nutra, ed eterna duri”
L’Amore è eterno e il tempo non esiste. Rvf 126 tra Petrarca e Sant’Agostino.
Cristina Acucella
“Il tempo si misura in parole, in quelle che si dicono e in quelle che non si dicono”
Marguerite Yourcenar
“Al fondo di ogni creazione c’è sempre la nobile illusione di salvare il mondo”
Rileggere il passato, progettare il futuro
Fabio Zanino
“La verità è spesso più vicina al silenzio che al rumore”
Peraspina Perapoma
Antonio Petrocelli
“Ogni essere genera mondi brevi che fuggono verso la libera prigione dell’universo”
Geopolitica ed Economia: Le Sanzioni Servono?
Donato Masciandaro
“Come la luce con il vetro, lo spazio sfuma l’orlo delle forme”
Architettura rurale e Novecento
Raffaele Pontrandolfi e Adriana Raguso
“Perchè gli uomini creano opere d’arte? Per averle a disposizione quando la natura spegne loro la luce”
Abbattere e/o sabotare
Donato Faruolo
“Carezze d’acqua, di vento e di luce. Che importa il tempo, scuro o chiaro…”
Intagliare il legno, disegnare col gessetto sui muri per strada. Un confronto tra Herman Hesse e Helen Levitt
Carola Allemandi
“Ancora sui rami del futuro, la speranza crede al fiore che avvampa”
Due casi di Memorie storiche dimenticate (per ideologismo)
Nicolò Addario
“La memoria è più di un sussurro della polvere…”
Tricarico sperimentale e il suo “PNRR sanità” del 1947
Nicola C. Salerno
“La poesia in quanto tale è elemento costitutivo della natura umana”
La Divina Commedia: le memorie del mondo nel libro della memoria.
Fjodor Montemurro
“Ogni forma di cultura viene arricchita dalle differenze, attraverso il tempo, attraverso la storia che si racconta”
Enrico De Nicola: il Presidente galantuomo
Tito Lucrezio Rizzo
“Immaginazione e connessione hanno reso l’uomo un essere speciale”
L’incessante sedimentazione delle nostre “memorie” ha reso gli Uomini e le Donne persone consapevoli del loro valore
Cristofaro Capuano
“Le parole non sono la fine del pensiero, ma l’inizio di esso”
“Sono le note, come uccelli che si sfiorano, che si inseguono salendo sempre più in alto, sino all’estasi…”
“Cats”, un musical entrato nella storia
Edward von Frauen
Il PNRR in Basilicata. Valutazione a novembre 2023
Nicola C. Salerno