“L’intera antica città dei Sassi sembra che si stia muovendo, ondeggiando e respirando come
una creatura vivente. Connette l’immensità e la forza delle forme e dei profili di Henry
Moore con la vitalità fluida di Van Gogh. Colori simili ai dipinti di Cézanne, anche, con quelle più sottili, oscillanti e irrequiete forme di El Greco e dei repentini sprazzi di colore intenso fauvista, quando una fila di bucato si proietta sul complesso beige crema e oro dei Sassi. Persino i tetti di tegole hanno una certa armonia di colori, versioni scure e bruciate di quell’argilla rocciosa dorata da cui si sono formati. E appena il sole abbaglia subito come argento battuto e sorge luminoso e caldo, l’intero posto comincia a vibrare e illuminarsi, le linee vorticano e si intrecciano, lo scintillio inizia quando l’aria fredda proveniente dalla gola sottostante si solleva per essere cotta nel nuovo calore del giorno. Si arriva al punto in cui ciò non è più reale. Non so ancora come funzionerà questo bozzetto. Sto cercando di dare al posto forma, compattezza e struttura, eppure sembra che voglia disintegrarsi come un dipinto di Bacon o addirittura una di quelle frenetiche composizioni di donne di Kandinsky. Ora sento che la mia mano sta gioendo nella sua libertà, e io, a malapena oso guardare le linee perché tutte potrebbero essere un totale disastro.
Ma sembra così giusto e potente, e percepisco che la città mi sta guardando, mi sta parlando, mi sta esortando ad onorare la sua unicità assoluta, la sua natura gloriosamente caotica e la sua sfrenatezza di animo e di forma.
Il punto è, posso farcela?”

Traduzione a cura di:
Nunzia Lospinuso, Dott.ssa in Lingue, culture e letterature moderne e studentessa di
Lingue e letterature moderne.