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uaderni de La Scaletta

Sovente è necessario alla vita, che l’arte intervenga a disciplinarla

#digital storytelling

Back to (Digital) School

Ogni inizio di anno scolastico per le Comunità Educanti dell’Era Digitale sta diventando un nuovo capitolo di un’Odissea nel mare del progresso Hi Tech, mosso dalle vorticose onde delle trasformazioni tecnologiche che – almeno sotto il profilo programmatico – impongono inedite rotte per surfare con disinvoltura tra nuovi paradigmi culturali di una “società sempre più liquida”, per ricordare lo stracitato genio di Zygmunt Bauman.
L’odierna  missione di chi si occupa di Education, guidata dalle direttrici ministeriali della Scuola Digitale (per chi desidera approfondire il sito del MIM: scuoladigitale.istruzione.it ), vede oggi infatti, la messa in campo di molteplici strategie per potenziare le “competenze”, in primis le Digital Skills, che hanno superato per importanza il più tradizionale binomio  “saperi e conoscenze” .
E mentre famiglie e docenti alimentano le polemiche social & media di Settembre (es. cellulare in classe si/no, latino “bannato” dai licei e la logica dell’alternanza scuola/lavoro) il riflesso delle luci delle Lim, le lavagne digitali ormai presenti in ogni aula d’Italia, impallidisce alla notizia della “folgorante” idea della Svezia di riportare penne e quaderni in classe. Un’idea da brivido ecosostenibile e un po’ greenwashing, tanto applaudita dai nostalgici Boomers, che però, a dirla tutta, sono attivi come i Teen agers nel seguire i  video Tik Tok dei vari  Prof. influencer o delle mini pillole di inglese, scienze, geostoria, fisica, ecc. In fondo, la sfida degli studenti di ogni ordine e grado è oggi sempre la stessa di ieri: la conquista di una dignitosa promozione evitando ingloriose insufficienze. Il problema è che ormai il risultato scolastico è soprattutto “mediato” dall’ algoritmo statistico dei registri elettronici e discusso – se trovi libero “lo slot” – nei colloqui on line che, data l’abitudine a call da home working, sono comodi per tutti ma non permettono grande empatia tra i cuori.
La pandemia ha lasciato altre eredità oltre i banchi con le rotelle. I genitori con prole in età scolastica sanno di cosa sto parlando.
Ma al di là di queste personalissime osservazioni è innegabile che immaginare un sistema scolastico disallineato con la nostra realtà multidimensionale modellata in bit, sarebbe davvero insano e insensato per chi deve formare le menti dei nativi digitali, cresciuti con connessioni neuronali allenate da console per gaming,  telefonini e pc.
Come affermava il grande psicologo e filosofo  Jean Piaget, in fondo “L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che siano capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”.
Un principio non negoziabile che spinge tutta la collettività, travolta dal rapido evolversi della rivoluzione antropologica operata dalle innovazioni tecnologiche, a interrogarsi su come (inter)agire al meglio per una scuola davvero inclusiva e democratica. O se non altro  capace di contenere i rischi di un analfabetismo (e difficoltà di concentrazione) da surplus di Big Data, dalla standardizzazione dei processi didattici più da display che da contatto, dal crescente cyberbullismo.
Ma quali sono, in breve, i top trends in ambito di Digital Education che si possono prevedere protagonisti di questo nuovo anno scolastico 2023-24? Dopo la scorsa visita a Didacta 2023 ( la Fiera dedicata alla filiera dell’educazione di Firenze) un’idea credo di averla.

  • Scommetto che in pole position ci saranno le Intelligenze Artificiali, che vanno definite al plurale perché le piattaforme A.I. sono davvero  tante e ognuna ha il proprio nome: es.  MidJourney, Bard ecc. Ormai è certo, fidatevi,  che già da mesi almeno metà degli adolescenti e universitari fa ricerche e tesine  con ChatGPT, con buona pace di chi ancora si lamenta dei “copia e incolla wikipediani”. Sono queste tecnologie, in una logica di problem solving smart da interrogazione e verifica,  le moderne bussole che usano gli studenti per affrontare le tempeste dell’oceano dell’apprendimento 5.0,  in cui paiono sempre più naufragare i nobili costrutti pedagogici basati sul “piacere dell’imparare” attraverso la relazione emozionale col docente.
    Ma comprendere le dinamiche del machine learning e del deep learning ( di questo parleremo in futuro, per ora googlate) è un processo estremamente affascinante, se diventa attivo e consapevole. L’Intelligenza artificiale, nata proprio dagli studi scientifici sui fenomeni delle reti neuronali, coinvolge tutto l’universo della conoscenza mistica ma anche delle macchine computazionali in grado di eseguire compiti caratteristici dell’intelligenza umana. Per i cittadini del futuro padroneggiare con contezza e buon senso questi strumenti, utili soprattutto come assistenti e facilitatori di servizi (ricordiamo che Siri, Alexa e le infinite soluzioni IoT di uso quotidiano sono A.I.), è il primo passo per non subire in maniera acritica queste tecnologie.
    Quindi non ci resta che augurarci che ne facciano buon uso, sorvolando sulle più complesse riflessioni di carattere etico necessarie su un tema tanto delicato .
  • In seconda posizione prevedo che si potenzierà l’attenzione alla didattica in modalità Realtà Aumentata e Virtuale, capace di coinvolgere e appassionare, secondo le dinamiche dell’Engagement tipiche del videogaming, territorio di confine molto frequentato già da giovanette e giovanetti in fase pre-tabelline.
    Ormai  le esperienze nel Metaverso, con i Visori VR e lezioni in ambienti immersivi stanno superando l’appeal del Laboratorio di coding e robotica, grazie alla creatività di tanti produttori che propongono contenuti sempre più interessanti e accessibili per costi ed utilizzo. La realtà è che l’esperienza multisensoriale e immersiva, soprattutto se invita a  dinamiche di esplorazione e interazione in tempo reale, è il modo migliore per solleticare l’immaginario e la capacità di memorizzazione degli utenti, che apprendono divertendosi come nel tempo libero (es. www.metalabsxp.it/) .
  • Concludo con la terza previsione: l’utilizzo sempre più diffuso di app e piattaforme in cloud (utilizzabili on line) per la realizzazione di tesine e progetti di ricerca personalizzate che offrono integrazioni tra video editing, animazioni ed effetti speciali.
    Le vecchie slide da modello preset di power point e word – tra l’altro già molto evoluti rispetto alle origini – sono ora surclassate da queste  applicazioni incredibili e accessibili gratuitamente, in versione basic,  come Canva ( ma anche Visme, Picmonkey ecc.) non a caso integrate con  funzioni in AI, gallery foto, audio e video, infografiche accattivanti, elementi animati e tantissime funzioni per effetti davvero speciali che rendono tutti artisti e creativi.

Si tratta di tre tecnologie che hanno un comune denominatore, stimolare la creatività che è sempre il primo passo per comunicare, imparare, confrontarsi con gli altri e  interrogarsi su come cambiare in meglio il mondo. In fondo, il compito principale della Scuola.

Valentina Scuccimarra
(Docente di semiotica dei linguaggi digitali)
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