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uaderni de La Scaletta

Le cose più importanti nella vita delle persone sono i loro sogni e le loro speranze, ciò che hanno realizzato e pure quello che hanno perduto

Memorie

Gassman 53

Ormai alla soglia dei 90 anni, sto cercando di rimettere in ordine tutti i miei ricordi. Ho ritrovato così un articolo del giornale Il Tempo del 1953 (70 anni fa…) che parla di un episodio avvenuto allora, ma che è sempre vivo nella mia memoria.
Con grande piacere l’ho riletto e con altrettanto piacere ve lo trascrivo poiché all’interno del Circolo culturale La Scaletta vi è un gran numero di appassionati di teatro e di poesia che sicuramente lo leggeranno con interesse.  Ecco in sintesi l’articolo  : “I colpi di rivoltella con cui, circa un mese fa,  uno sciagurato studente uccideva a Roma il professore hanno aperto una dolorosa polemica scolastica che si è allargata ponendo sempre nuovi interrogativi quando a quel tragico caso ne hanno fatto seguito tanti altri diversi e affini.
E proprio mentre davanti a noi si delinea una situazione così inquietante si è verificato, sempre qui a Roma, un episodio privo di ogni solennità ufficiale che può apparire piccolo in sé, ma che è pieno di significato e che può essere consolante come un bel raggio di sole in un’atmosfera grigiastra. E’ un episodio che riafferma il prestigio – del resto intramontabile – della scuola e che può costituire la più persuasiva ed educativa lezione per tutti i giovani.
Ma ecco senz’altro di che si tratta. Come è noto l’attore Vittorio Gassman in soli dieci anni – ne ha ora trenta –  è  arrivato ad una posizione di assoluta avanguardia, interpretando novanta opere di teatro e 24 film.
Hollywood se lo è accaparrato, ma solo in parte, perché egli non ha rinunciato per lo schermo ai più vasti sogni d’arte e nella stagione in corso ha interpretato al Valle di Roma poderosi lavori classici come l’ Amleto di Shakespeare e il Tieste di Seneca.
Orbene proprio qui nella Capitale, Gassman ha fatto gli studi e qui vive il suo professore di matematica e fisica del liceo, Michele Di Pierno, un valoroso educatore che sa essere paterno anche quando deve essere severo e al quale Gassman è rimasto sempre affezionato e devoto. Professore – gli dice talvolta scherzosamente quando si ritrova con lui e ricorda i tempi passati – lo sa che nessun pubblico mi ha mai fatto tremare come lei?
Il prof. Di Pierno, che insegna anche in un noto istituto femminile, ha avuto questa luminosa idea : invitare il suo ex allievo, ora divenuto celebre attore, nello stesso istituto perché vi portasse un soffio della sua arte e anche l’insegnamento eloquente del suo esempio.
Perché il passato scolastico di Gassman smentisce in pieno la sentenza con cui si consolano troppo spesso gli alunni svogliati o incapaci, primo nella scuola ultimo nella vita. Egli  invece al liceo era uno dei primi  della classe e, particolare notevole, era bravo in tutte le materie tanto che ognuno dei professori avrebbe voluto avviarlo alla propria disciplina. Ma Vittorio, anche contro la tradizione familiare che lo avrebbe  voluto ingegnere, si è dedicato all’arte e al teatro in particolare
Già nell’ambito scolastico egli era l’abilissimo animatore di una radio che trasmetteva in tutte le classi e dalla quale gli allievi recitavano poesie commediole e brani classici. Addirittura ideò una radio “fantasia” in cui una macchina, inventata proprio dal prof. Di Pierno,  mandava indietro nel tempo  riportando in vita personaggi famosi: così Cristoforo Colombo faceva da terzino in una partita di calcio e Corradino di Svevia era l’attore giovane al cinema.
Dinanzi alle alunne e alle insegnanti dell’istituto Nazareth, Gassman ha recitato testi classici come Dante, Leopardi e altri famosi poeti, ma ha letto anche brani di scrittori più moderni. La cultura classica che, presentandosi come materia di studio sembra a molti una cosa morta e opprimente, evocata invece dalla sua splendida voce rivelava tutto il proprio fascino eterno ed immortale.”

Rileggere queste parole, oltre a rituffarmi in un momento felice della mia giovinezza, mi ha anche portato a riflettere su problemi che ancora oggi dobbiamo affrontare : la difficoltà che tanti giovani, ai nostri giorni forse più di ieri, trovano nel rapporto con la scuola. Troppo spesso leggiamo o sentiamo di episodi simili a quello citato.
I confini che separano l’amore per la cultura dal coinvolgimento in una vita piena di banalità sono sempre più marcati come i confini tra la pace e la guerra che dividono in modo drammatico i popoli.
Un altro ricordo che mi è venuto alla mente è il fatto che negli anni seguenti io non ricordavo perfettamente quali brani classici Gassman avesse letto. Erano tutti versi a me noti, anche se letti da lui in maniera mirabile. Ero stata invece molto colpita da un testo a me sconosciuto e di cui non ricordavo l’autore, che terminava con la frase “ io sono l’assolto “ recitata con grande enfasi dall’attore. Solo qualche anno fa con l’aiuto del computer sono riuscita a ritrovare finalmente  questo testo che tanto mi aveva incuriosito e a scoprirne l’autore : Aldo Palazzeschi.

Allor che i miei buoni fratelli m’avevan due volte sepolto,
disse una voce: ( io non so come e dove)
 “Assolto, mancanza assoluta di prove. “
Si apersero tutte le porte, si apersero tutti i cancelli.
“Assolto !” Io sono l’assolto miei cari signori, ed ora che sono fuori guardatemi bene in viso : ho ucciso?
“Assolto!”
E’ la mia professione, che intendo bene di sfruttare dal suo lato migliore.
“Assolto!”
Appena uscito mi accorsi subito quale era il miglior partito.
Fuggire ? Nascondersi agli occhi della gente? Macché!
Sottrarsi alla sconcezza del dubbio che io rivesto ? Macché?
Rivestirlo dignitosamente o con disinvoltura? Macché  !  Niente, niente!
Esibirsi, senza misura, generosamente.
Gli è perciò che io frequento le strade, il passeggio, i teatri, il caffè come ogn’altr’uom non assolto :
certe volte mi diverto poco… certe altre molto… né più né meno di lui o di te.
Si sa che color che incontrandomi intrecciavan col mio bei sorrisi, vedeste ora che visi…
Che visi mi fanno!
E che voci sorprendo dai crocchi! Vedeste che occhi !
– Un innocente si scolpa.
– E’ un farabutto lo stesso.
– Ha taciuto ecco tutto.
– Ha taciuto come un innocente.
– Ha taciuto come un farabutto!
– E gli errori ?
– Questi sono gli errori , i delinquenti sono tutti fuori!
Entro per tempo in teatro, prendo possesso della mia poltrona con molto sussiego.
Mi volgo, mi chino, mi spiego; mi lascio ammirar giro  giro con aria da Dio.
E se certi visi si spostano resta inflessibile il mio.
Per i primi venti minuti lo spettacolo lo do io. “Bella che stai puntandomi attraverso la lente dell’occhialino, dimmi, mio bel musino, mi desideri innocente, o mi desideri assassino? “
Un signore là indietro dai posti distinti macina lesto fra i denti : “ Sul trono, sul trono i briganti”.
E un altro  :” guardate che ghigna stasera, facciaccia da galera!”
Quando s’alza il sipario divento anch’io un umile spettatore, come lui, negli antratti ritorno un poco  attore, e poi ancora spettatore come te, come tutti gli altri.
E se dopo all’uscita qualcuno mi aspetta, io esco pian pianino senza nessuna fretta.
Poi vado al caffè. Finchè c’è gente sveglia nella città resto a sua disposizione, nessuno deve essere defraudato nella legittima curiosità, sono un galantuomo nella mia professione.
E non crediate ch’io sia tardivo a uscir fuori al mattino, macché ! bisogna pensare che il mattiniero ha gli stessi diritti del nottambulo cittadino.
“Assolto!” Può sembrar poco … e può sembrar di molto.
Guardatemi bene in viso : ho ucciso?
Io sono l’assolto! “

Leggerlo oggi mi ha ancora più impressionato anche per un altro motivo: un brano del genere è stato letto da Gassman 70 anni fa alle alunne di un istituto di suore ! Questo vuol dire che la Scuola di un tempo  non era certo così retriva come alcuni pensano.
Perciò io dico, dopo tanti anni, ancora grazie a chi si è dedicato all’insegnamento e pertanto ricordo con affetto e gratitudine il mio bravo professore di matematica Michele Di Pierno che, considerando inutili i confini tra la cultura scientifica e l’umanistica, oltre ad insegnarmi la trigonometria mi ha avvicinato alla poesia.

Maria Lucrezia Schiavone
(Insegnante)

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