Vittore Carpaccio: Visione di Sant’Agostino, 1502
Gentili lettrici e gentili lettori,
la stagione autunnale porta con sé cieli un po’ più opachi, colori brillanti e decadenti e frutti davvero succulenti, ma soprattutto una nuova edizione dei Quaderni de La Scaletta!
In questo numero (il 17° per l’esattezza) il tema prescelto è stato davvero appassionante e coinvolgente: il Tempo. Lo sapevate che il “tempo” è una delle parole più utilizzate del nostro magnifico vocabolario della lingua italiana, e che una delle espressioni più ricorrenti nelle nostre conversazioni è: hai tempo per un caffè? D’altronde come scriveva il poeta T.S: Eliot “ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè”… Continua a leggere
Francesco Di Pede
(Responsabile dei Quaderni)
“Troveremo sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti e allora continueremo a cercare”
di Edoardo Delle Donne
La luce delle stelle è attratta dai fiori trasparenti
Nel duplice anelito verso l’alto, sottigliezza e splendore, e verso il basso, ricerca di alimento e consistenza, la vita fa della terra il suo guscio, un corpo planetario che incarna la condensata palpitazione del cosmo, e proprio nel buio delle sue viscere abita un fuoco, un brivido, che procede verso la parola, l’oggetto magico, il soffio iniziale, emissione di fremito significante precedente il linguaggio, vergine di ogni intento o deduzione logica, di ogni dominio. Nell’idea del poeta e filosofo tedesco Novalis (Friedrich Leopold von Hardenberg ) in ogni parola vi è uno spirito da essa evocata, ma tale potenza evocatrice si attua solo attraverso il contributo dell’uomo, in quanto egli possiede la coscienza spirituale di quell’essenza che la parola esprime. La poesia è l’assoluta unità dello spirito nella sua convergente totalità. È lo spirito stesso messo a fuoco con tutti i suoi raggi, un’avventura verso l’assoluto. Scrivere poesia è seminare stelle, è tradurre il silenzio.Il futuro è l’ombra del passato, è all’origine. Nulla accade tranne il tempo
In una raffinata e centrale espressione delle sue riflessioni distensio animi (Confessioni XI, 26.33), Sant’Agostino (Doctor Gratiae, padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, 354-430 d. C.) afferma che l’anima è distesa tra ciò che ricorda e ciò che attende. Non vive in un eterno presente puntiforme, ma in una continua tensione tra passato e futuro, raccolta nell’attenzione al presente. Per Agostino, l’uomo non è semplicemente un essere che passa nel tempo, ma una creatura capace di tenere insieme ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà. La memoria, l’attenzione e l’attesa sono le tre forme con cui l’anima si misura col tempo. Non misuriamo il tempo perché lo possediamo fuori di noi, ma perché lo custodiamo in noi, in quanto tratto costitutivo della nostra coscienza. Il vento non passa, è sempre in arrivo e nonostante l’azione speculativa dell’intelletto, la teoria della relatività generale e la meccanica quantistica hanno messo drammaticamente in discussione la visione classica del tempo, cioè di un tempo dotato di indipendenza (da chi o cosa è nel tempo), unicità (lo stesso dappertutto), direzione (il volgere dal passato al futuro). Ma è ancora nel movimento impercettibile della polvere, nel disegno manierista di una costellazione che è scritta la meccanica dell’universo, la conta del tempo che non torna.Dei celesti riti torna talvolta nel tempo, un lampo
Il vero artista non imita la natura ma ha come obiettivo quello di porsi nelle condizioni di generare spontaneamente, come la natura. Orfeo, il dio della cetra che incanta il bosco e le fiere con la sua musica, conosce l’essere e il non-essere, la dolorosa e terribile caducità della vita che pure, canta e celebra, e infine nel cuore di una nuova luce che lo accoglie, vince le stesse Menadi che lo dilaniano, perché la sua arte è puro ordine e bellezza. Anche dopo la morte, Orfeo continua a vivere nella natura, negli alberi e negli uccelli, in cui si dissolve panteisticamente. L’albero matura il frutto nel silenzio, il frutto si scioglie nella bocca e diviene puro piacere. L’arte in generale è l’effetto di un’epifania, dell’irruzione nel tessuto della vita di qualcosa che ci fa sussultare, che ci risveglia e può riportarci alla nostra più autentica e profonda identità. Un cavare fuori grammatiche estetiche dalle sofferenze, dalle gioie e dai dolori, dagli inaridimenti di tutti i giorni. Dall’avvento del Surrealismo negli anni Venti del secolo scorso, una lotta è cominciata tra la verità scientifica e quella poetica. Quest’ultima combatte senza tregua per conquistare la sua luce , perché venga riconosciuta la necessità incontestabile della verità poetica nella vita quotidiana. L’angoscia dell’uomo moderno è generata dal monopolio della verità che si dà alla scienza cosiddetta esatta, ed è per tale motivo che la battaglia intrapresa dal Surrealismo è lontana ancora dall’aver conquistato la vittoria finale sulla verità scientifica. Nell’antichità, l’umanità disseminata nei quattro angoli della terra, visse principalmente di diverse forme di verità sacra o divina, ed oggi si comprende come questa verità, fosse nient’altro che la forma più primitiva di quella poetica. I poeti hanno tentato allora, anche inconsciamente, di reintegrare nella vita di questo tempo, la verità sacra dell’antichità più remota, ma per questo, molti di loro sono ricaduti in un freddo misticismo di nebbie. Se l’uomo contemporaneo accetta di vedere la verità pratica vincere su ogni fronte, ad essa le arti più sublimi continuano ad opporre insormontabili barricate.Un cielo d’oro e di veloci bufere di marmo
I rami di un tronco paiono crescere apparentemente a caso, ma in realtà obbediscono a un sistema preciso, perché si allungheranno così e non di più, il giusto per dare a quell’albero la fisionomia che lo farà riconoscere. L’arte deve essere libera, rappresentare il proprio tempo in modo sovversivo e audace, contro ogni forma di ignobile clausura e contro l’effimero, imposto oggi come valore ultimo. Il Barocco (ideale fusione di sentimento e pensiero), il magnifico stile italiano affermatosi nel diciassettesimo secolo, (il secolo delle scoperte astronomiche, dei sovrani assoluti, della Controriforma…), dimostrò che non esisteva solo il nitore della “sottrazione”, ma pure uno splendore inoffuscabile fatto di aggiunte ed orpelli, di enfietà. Soffici petali di giacinti tra veloci bufere di marmo per nutrire l’anima.Edizione 17-2025
I Quaderni de La Scaletta sono una pubblicazione on line trimestrale (divisa in rubriche tematiche), dedicata alla storia del Circolo Culturale La Scaletta di Matera (http://www.lascaletta.net/), alle vicende del mondo dell’arte e della cultura in generale (ma con incursioni anche in ambiti diversi come ad esempio la finanza, la storia, l’economia), e a Matera naturalmente, città sospesa sul vuoto dei secoli, dove il nuovo passa e l’eterno resta.
Un progetto a più dimensioni in cui si intrecciano memoria e realtà, disegnando con maestria una scena virtuale che ora è presente ora è ricordo, come un raffinato gioco di incastri dal quale alla fine ad emergere è proprio il profilo di Matera, sul cui sfondo passato e futuro si abbracciano in una danza di pietra.
Dalle pagine dei Quaderni vogliamo offrire a cittadini e viaggiatori un racconto della nostra storia e della nostra città, che si mostri sempre nuovo perché nuovi e diversi sono gli sguardi di coloro che la raccontano.
Fedele a questa idea la rivista è dunque divisa in rubriche: Memorie per esempio, dedicata più nello specifico alle storie de La Scaletta, mentre Lo Sguardo degli altri raccoglie i contributi di importanti personalità non materane che raccontano una loro personale immagine, un’idea, una suggestione della città vista da fuori, da lontano. La Città futura è invece riservata ai protagonisti de La Scaletta Giovani e alla loro visione della città rivolta al futuro. E non mancano diversi angoli visuali: la rubrica Digital storytelling, dedicata ai nuovi linguaggi multimediali, Money influence con interessanti riflessioni sul mondo della Finanza, e ancora Dietro le quinte dove scoprire i segreti degli artisti e dei loro processi creativi e tante altre tutte da scoprire.
Un viaggio a tutto tondo insomma, fatto di memorie e riflessioni dell’oggi, nuovi sguardi e pensieri futuri, voci di dentro e voci di fuori, che dai vicoli suggestivi della città di pietra ci porta alle strade del mondo, e dalle strade del mondo di nuovo alla pietra, custode fedele del passato e vessillo del futuro.
Nel dicembre 2024 i Quaderni de La Scaletta hanno celebrato i loro primi quattro anni di pubblicazione con un splendido volume in edizione cartacea ,ad opera della casa editrice Aracne di Roma, e comprendente i testi più interessanti e coinvolgenti delle firme più prestigiose.
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