Giorgio Gravero: La Musa rovesciata, 2025
Gentili lettrici e gentili lettori,
la cara estate è finalmente arrivata portando con sé il 16° numero dei nostri Quaderni! Di cosa parliamo questa volta? Delle Muse, delle nove sorelle (noi materani siamo particolarmente devoti alla Musa Clio, per aver, sotto la sua ala protettrice, ispirato i soci fondatori della Scaletta nello scrivere una nuova ed esaltante storia della città) figlie di Zeus e Mnemosine custodi della cultura e delle arti, che grazie al loro canto rendevano eterne le gesta e le opere straordinarie… Continua a leggere
Francesco Di Pede
(Responsabile dei Quaderni)
“Troveremo sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti e allora continueremo a cercare”
di Edoardo Delle Donne
Le stelle sono fuochi di bivacco di angeli lontani
Il tema cruciale dell’Iliade è il duello fra il Pelìde Achille e Ettore, ovvero il tragico confronto tra l’eroe della vendetta e l’eroe della resistenza. Ettore è il custode delle felicità periture, è l’eroe della difesa e della saldezza, della conservazione, nel divampare della guerra, di tutto quello che l’uomo ha più a cuore: il proprio spazio intimo e privato, ciò che si tiene al riparo tra le mura domestiche. Ma la guerra invade e abbatte ogni confine, in guerra tutto diviene atrocemente pubblico e violabile. E l’ultimo incontro tra Ettore e la moglie Andromaca con il figlio Astianatte avverrà non a caso, nei pressi delle porte Scee, ai confini tra la città protetta dalle mura di cinta e la pianura dove infuriano i combattimenti. In uno spazio fragile, ma ancora intatto e strenuamente difeso. Eppure, e forse perciò stesso, soltanto le passioni estreme (l’odio e l’amore) possono farci veramente comprendere qualcosa di noi.I giorni della vita sono punti geometrici sulla linea sillabata del tempo
Mai si era visto come oggi, un tempo più intriso di conformismo della parola, di assoggettamento delle particolarità a formule generalissime che scolorano l’una nell’altra fino a propinare per oggettive, quelle che dovrebbero essere solo ipotesi possibili su come identificare dei contesti. Dov’è allora l’anima del nostro mondo contemporaneo (dalle perturbanti fattezze disumane), nella dilagante crisi dell’essere, nel consumismo globale che depreda e consuma dissennatamente spazi e risorse della terra, lasciando invece miseramente ai margini del superfluo la poesia, l’arte, la bellezza? Nonostante la sua fragilità, la poesia così come l’arte possono portare ancora il caos all’interno di società altamente controllate. L’arte tanto più è ricca tanto più è sediziosa e irriverente verso gli stereotipi imposti dall’alto, verso il conformismo e un potere che livella le coscienze, atomizza le identità e depaupera la percezione delle sfumature, delle declinazioni più variate del sentire ed intendere. La crisi delle ideologie obbliga a un ripensamento, ad accettare la contraddittorietà della vita. La verità però è che la vita costringe sempre alla consapevolezza di una mancanza incolmabile, una malinconia, che si traduce in un nobile anelito di ricerca, uno slancio verso qualcosa. La libertà è il destino ultimo dell’uomo, e l’uomo è necessaria espressione di essa, quale accesso privilegiato al mondo, entro i conflitti della storia e dell’esistenza. Così come la speranza, sacra luce della vita, che nasce dalla gioia (e non il contrario), gioia che è l’arco, ossia la tensione verso l’infinito per eccellenza, che dal basso esplode, infiamma, verso l’alto. Le vaste verità non si esprimono a parole. La verità di ciò che accade nel seno segreto del tempo è il silenzio delle vite, e non può pronunciarsi. E ci sono cose che non si possono dire, è vero, ma è ciò che non può essere detto a dover essere scritto.Vedere: annaspare nella notte e miniare i suoi confini, perché ne risplenda il volto.
Nessun artista e nessun filosofo può prescindere dalla vertigine di Schopenhauer, riassunta nella sua opera somma, “Il mondo come volontà e rappresentazione” (…nei recessi del nostro essere abbiamo la percezione di possedere l’essenza dell’eternità, quella forza grazie alla quale si rinnova continuamente la vita.). Cos’altro tenta un poeta se non la salvezza di ciò che si perde? Le avanguardie artistiche nel loro improvviso imporsi, erigendo mirabolanti possibilità con la visionaria vivacità delle loro metafore, avevano rotto il cristallo che separava la sostanza artistica dalla banalità della vita più ordinaria, facendo brillare il mondo di una luce nuova. L’uomo infatti non è che l’immediatezza dell’essere, il suo recipiente, l’artista invece è colui che, nel processo creativo, è chiamato a rendere reale questo essere. L’arte non è solo esercizio, è uno scavo continuo nelle nebbie dell’esistere, un cercare di distinguere le forme di tutto quello che arriva ai nostri occhi per dare un nome alle cose, creare mondi. Non salva le cose e gli esseri dalla precarietà chiudendoli disincarnati in un’opera, essa è tesa a rappresentare ciò che si perde, ciò che vive e che perciò può soltanto morire. Le concezioni sono artificiali. Le percezioni sono essenziali. L’arte deve essere qualcosa di più di una concezione della mente. Deve essere una rivelazione della natura, assoluta unità dello spirito nella sua convergente totalità. È lo spirito messo a fuoco con tutti i suoi raggi, e il fuoco dello spirito è l’immagine. Ovunque lo spirito è tutto presente nella sua pienezza, nel suo plasma originario, allora vi è arte, luce candida non ancora franta in colori. Delle sue opere Egon Schiele (la cui anima correva verso l’abisso o la terra del miracolo) scriveva: “Il quadro deve produrre luce dal suo interno, i corpi hanno una loro luce, che consumano vivendo; essi bruciano, non sono illuminati”.Si racconta che al cospetto delle Muse, Hölderlin, Schelling e Hegel, avessero ballato tutta una notte, intorno all’albero della “libertà”…
I colibrì sono gli unici uccelli capaci di compiere un’azione impossibile per le altre specie: volare all’indietro, grazie alla spinta ascendente che riescono a dare al loro battito con l’articolazione del polso. In ogni tempo i grandi geni della poesia, della filosofia, delle arti visive, si ergono come eroi solitari (un movimento clandestino di resistenza che infuria nella luce morente),conducendo una lotta disperata e unica contro una ciurmaglia umana alimentata da idiozia, banalità, diseguaglianze e violenza che tenta di soffocare e uccidere la bellezza. Essi affermano legittimamente e con forza, la loro dimensione civile e sociale affrontando (e combattendo) il tentativo di annientare le armonie del mondo di cui è responsabile, in gran parte, il potere, con la sua distopica e informe visione del reale, volontariamente portata a mistificare quella del futuro. Fragili fili di anime al vento, da sempre le farfalle sono più forti dei demoni maligni. Scortano la primavera con ventagli di luce, non cederanno mai la bellezza del mondo alla cenere e alla polvere.Edizione 16-2025
I Quaderni de La Scaletta sono una pubblicazione on line trimestrale (divisa in rubriche tematiche), dedicata alla storia del Circolo Culturale La Scaletta di Matera (http://www.lascaletta.net/), alle vicende del mondo dell’arte e della cultura in generale (ma con incursioni anche in ambiti diversi come ad esempio la finanza, la storia, l’economia), e a Matera naturalmente, città sospesa sul vuoto dei secoli, dove il nuovo passa e l’eterno resta.
Un progetto a più dimensioni in cui si intrecciano memoria e realtà, disegnando con maestria una scena virtuale che ora è presente ora è ricordo, come un raffinato gioco di incastri dal quale alla fine ad emergere è proprio il profilo di Matera, sul cui sfondo passato e futuro si abbracciano in una danza di pietra.
Dalle pagine dei Quaderni vogliamo offrire a cittadini e viaggiatori un racconto della nostra storia e della nostra città, che si mostri sempre nuovo perché nuovi e diversi sono gli sguardi di coloro che la raccontano.
Fedele a questa idea la rivista è dunque divisa in rubriche: Memorie per esempio, dedicata più nello specifico alle storie de La Scaletta, mentre Lo Sguardo degli altri raccoglie i contributi di importanti personalità non materane che raccontano una loro personale immagine, un’idea, una suggestione della città vista da fuori, da lontano. La Città futura è invece riservata ai protagonisti de La Scaletta Giovani e alla loro visione della città rivolta al futuro. E non mancano diversi angoli visuali: la rubrica Digital storytelling, dedicata ai nuovi linguaggi multimediali, Money influence con interessanti riflessioni sul mondo della Finanza, e ancora Dietro le quinte dove scoprire i segreti degli artisti e dei loro processi creativi e tante altre tutte da scoprire.
Un viaggio a tutto tondo insomma, fatto di memorie e riflessioni dell’oggi, nuovi sguardi e pensieri futuri, voci di dentro e voci di fuori, che dai vicoli suggestivi della città di pietra ci porta alle strade del mondo, e dalle strade del mondo di nuovo alla pietra, custode fedele del passato e vessillo del futuro.
Nel dicembre 2024 i Quaderni de La Scaletta hanno celebrato i loro primi quattro anni di pubblicazione con un splendido volume in edizione cartacea ,ad opera della casa editrice Aracne di Roma, e comprendente i testi più interessanti e coinvolgenti delle firme più prestigiose.
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